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La satira ruspante di Checco Zalone che non fa politica - Trionfo del nazional popolare al Festival di Benevento
 

lun 26-06-2023 21:58 n.337, a.e.

La satira ruspante di Checco Zalone che non fa politica

Trionfo del nazional popolare al Festival di Benevento


Una scoppiettante raffica di gag ha caratterizzato lo show di Checco Zalone, che ha chiuso nell’Arena Musa il Festival del Cinema e della Televisione. Il comico pugliese ha ricamato il suo spettacolo, intitolato “Amore + Iva”, cantando, imitando, sbeffeggiando, strizzando l’occhio a destra e a manca, senza mai affondare colpi sulla politica, e tanto meno sul governo in carica. “Io non faccio politica  -ha precisato- ma scienza”. Il suo scopo è quello di spiegare l’amore in tutte le sue versioni.

Le sue “lezioni” sono partite col sottofondo musicale di “Sarà perché ti amo” dei Ricchi e Poveri, mentre rappresentava Putin alle prese con l’Operazione Speciale in Ucraina. Il suo stile “provocatorio” non è stato smentito. Ha salutato subito il sindaco Mastella seduto in prima fila, con  “Dove cazzo sta? Non lo vedo, eppure è grosso. Si alzi, si faccia vedere, così sarà rieletto”. Ha rivolto un pensiero ai ragazzi del Rione Libertà, “questa è la gente che mi  piace”, e poi si è scatenato tra parodie e sketch surreali.

Per Zalone l’amore non ha confini, è integrazione. Le famiglie arcobaleno non sono un male della natura. E gli immigrati rendono più vivo il mondo con la loro cultura. Ma il suo piatto forte è stato ancora una volta il ruspante sventolio di culi e tette, come “meloni e pesche”. Ha citato la donna di Molfetta, “gambe corte e tutta tetta”. Ha preso in giro Riccardo Muti, Vasco Rossi ed il rapper Ragady, con spericolate e strampalate frecciate alle opere liriche e al jazz, paragonato ad “una scorreggia, che “piace solo a chi la fa”.

Le spiegazioni sull’amore fatte sulla lavagnetta sono state accompagnate dalla energica band, composta da Antonio Iammarino alle tastiere, Felice Di Turi alla batteria, Egidio Maggio alla chitarra, Pierpaolo Giandomenico al basso, e dalle due performer Angela Grasso e Felicity. La tappa di Benevento è la 85° del suo tour, partito nella scorsa primavera. Il Musa ha fatto il pieno e l’artista non si è risparmiato. Quando sembrava che lo show fosse finito, ha continuato cantando i brani che lo hanno reso popolare.

La chiusura è stata corale, col pubblico che canticchiava “I uomini sessuali”, “Poco ricco”, “La Prima Repubblica”, quella in cui i “quarantenni pensionati danzavano nei prati”. Il comico non ha perso occasione per dedicarla proprio al sindaco. Ha cantato anche  “L’arteriosclerosi”, che voleva dare a Celentano e Mina, ma “mi hanno mandato a fanculo”. Richiamato sul palco, ha concluso con “Angela”. “Vedi Mastella cosa mi tocca fare -ha esclamato- per 200 mila euro di merda”.

L'esibizione di Checco Zalone ha confermato il trionfo del nazional popolare al Festival del Cinema e della Televisione, targato Antonio Frascadore. L'incontro più affollato è stato quello con Can Yaman, personaggio amato per le sue telenovele e come imprenditore del sociale. Acclamazione anche per gli attori di "Mare fuori", che hanno riempito Piazza Roma, hanno raccontato con sincerità la differenza tra recitazione e vita reale, stupiti di ricevere così tanto amore. Forse anche perchè le loro storie parlano di sogni e riscatti.

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