La storia di Napoli è popolata anche da fantasmi e spiriti, che vagano ricordando amori passati. Presenze incancellabili, che vogliono parlare, farsi sentire. Un mondo immaginifico e romantico, che configura un futuro nuovo, nel quale si dirama la trama di “Ritornanti” di Enzo Moscato, portato in scena da Cristina Donadio, Emilio Massa e Giuseppe Affinito, nell’Hortus Conclusus, per “Benevento Città Spettacolo”, come omaggio al drammaturgo napoletano scomparso nello scorso gennaio.
I personaggi sembrano sospesi, tra il passato e i sogni, vorrebbero rivivere il tempo andato, quando “ci siamo molto amati”. Quasi tutti vivono ai margini, in “vicoli cattivi”, sono anime alla deriva. Uno somiglia a Pulcinella, che s’interroga sulle sue giornate incerte. Un altro racconta le scaramucce tra spagnoli e francesi per il dominio di Napoli, che non esitano a ricorrere alle prostitute per far ubriacare e sfogare il nemico. Due figure, interpretate con sussurrata scioltezza dagli attori Massa e Affinito.
Lo spettacolo è introdotto dalla voce dello stesso Moscato, che inneggia alla Vergine del Carmine, a Virgilio, Orazio, agli “oscuri monaci delle biblioteche”. Tra le sculture ed una grande maschera, sparse sul palcoscenico, irrompe una donna che ci porta negli anni cinquanta, nel primo dopoguerra, quando a dieci anni cominciò a fare la spogliarellista. Nei suoi panni c’è Cristina Donadio, che con pose sarcastiche spiega il suo mestiere. “Si ‘a guerra te votte,’o puorto t’accoglie”, ma “spogliarsi è un’arte”.
Il teatro di Moscato è sempre evocativo. Il suo sguardo è tenero e graffiante. Sa bene che Napoli non è “sulo Luna Rossa co’ bavero aizato”. Uno spiritello esclamerà: “Chesta città e chesta gente so’ addiventate Babilonia” . “Qui si è trafficato qualunque cosa”. Per omaggiare Moscato c’è anche una mostra allestita nel Teatro Comunale, curata da Fiorenzo De Marinis e organizzata da Claudio Affinito. “Enzo è sempre con noi -afferma Donadio- con la sua presenza- assenza ci riempie il cuore e l’anima”.
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