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Le sfide di Oreste Vigorito dai Parchi Eolici al Benevento Calcio - "Ragazzi sognate, questa cittą vi darą molto, se voi darete molto"
 

mer 27-11-2024 18:59 n.530, a.e.

Le sfide di Oreste Vigorito dai Parchi Eolici al Benevento Calcio

"Ragazzi sognate, questa cittą vi darą molto, se voi darete molto"


“Voi giovani avete il tempo di crescere e di imparare. Ma non smettete mai di sognare. Nella vita si può anche cadere, l’importante è rialzarsi. Preparatevi a togliere il potere dalle mani delle persone della mia età. Quando sentite qualcuno dire: noi stiamo pensando al vostro futuro. Rispondete:  lasciate stare, ci pensiamo noi. L’ultima vittoria dei Sanniti  è avvenuta duemila anni fa alle Forche Caudine. Tocca a voi, che avete i capelli neri, combattere. Questa città vi darà molto, se voi darete molto alla città”.

Il messaggio di Oreste Vigorito, presidente del Benevento Calcio e di Confindustria, è rivolto agli studenti delle scuole superiori, confluiti nel Teatro Comunale per la giornata conclusiva delle Piccole e Medie Industrie. L’imprenditore napoletano, arrivato nel capoluogo sannita nel 2006, racconta le ascese e le cadute del suo impegno nel mondo calcistico, la costruzione del suo “impero” economico nel campo delle energie rinnovabili,  gli incontri con la gente, le ambizioni per il futuro.

“Quando con Ciro prendemmo la squadra -dice Vigorito- l’allenatore non aveva neanche la tuta. Con lo staff ed i volontari facemmo una festa al Rione Libertà. Una serata che non dimenticherò mai. Un signore gridò: “Presidé, portaci in Europa! Io gli dissi: “Vai a fare il biglietto”. Vincemmo il campionato, ma fummo sfortunati nella finale col Crotone. Ci rimboccammo le maniche, il sogno della serie B si realizzò. La cosa più bella fu l’incontro con una signora, che mi disse: “La devo ringraziare per quello che ha fatto per mio figlio, che è venuto da me esclamando: “Mamma allora anche a Benevento si può vincere!”.

L’appuntamento col Pmi Day s’intitola “Costruire”, suggella un percorso avviato con le scuole, per avvicinare i ragazzi alle realtà produttive. “Abbiamo coinvolto oltre 500 studenti -afferma Claudio Monteforte, presidente della Piccola Industria- parlando di resilienza, sostenibilità, lotta alla contraffazione, Made in Italy. Per costruire un’impresa ci vuole pazienza, passione, follia e tanta emozione. In mezzo a voi potrebbero esserci i futuri imprenditori, professonisti, sindaci, dirigenti scolastici”. " Con le idee e il talento -aggiunge la giornalista Sonia Lantella che presenta -ci vuole anche fortuna""

Il racconto di Vigorito è una carrellata di sfide vinte. Prese la squadra, per "comprare un'emozione”. Quando venne nel Sannio, puntò sul Fortore per le sviluppare le energie rinnovabili. A quel tempo faceva l’avvocato. “Volevo realizzare un parco eolico –fa sapere- mi tuffavo nei campi di grano. Ho lavorato 4 anni. Ho realizzato un sogno. Ho conosciuto tante persone. Con me lavorano tutti i figli dei contadini che mi hanno dato i terreni.Oggi sono i migliori tecnici eolici d’Italia”.

L’incontro con le scuole è anche l’occasione per una riflessione sulle prospettive del Sannio. “Credo -osserva- che questo territorio abbia una grandissima opportunità, che sta già passando e che bisogna stare attenti a non far passare completamente. Con l’Alta Capacità Napoli-Bari, coi collegamenti stradali e con lo scalo merci a Ponte Valentino, promesso dal presidente De Luca, le aziende potranno portare i prodotti in tutto il mondo. Sulla “Solitek”, che doveva venire, prima di parlare, bisognava informarsi”.

Coi giornalisti si sofferma sul campionato in corso col Benevento primo. “Il vero calcio è quello della Serie C –conclude- perché dà emozioni, fa venire la pelle d’oca. Il resto è spettacolo, come un film di De Laurentiis. Siccome sono ambizioso, voglio tornare in B e possibilmente in A. Molti si meravigliano che seguo la squadra ovunque. Ma io ci provo sfizio. Il calcio non mi porta soldi. Devo recuperare un centinaio di milioni. Il calcio porta soldi ai giocatori, ai procuratori. Se un uomo vive di emozioni, può anche diventare un mecenate del calcio, come me. Se uno fa il calcio per fare altre cose, prima o poi va giù”.



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