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Un padre e una figlia di Benevento sconvolti dal terrorismo - L'abbraccio dopo la tempesta nel romanzo di Teresa Simeone
 

sab 01-03-2025 08:14 n.567, a.e.

Un padre e una figlia di Benevento sconvolti dal terrorismo

L'abbraccio dopo la tempesta nel romanzo di Teresa Simeone


Quel padre che l’aveva cresciuta, sembrava poco affettuoso, ma le voleva un bene infinito. Il suo silenzio nascondeva un rovello inconfessabile. Per la figlia, rimasta orfana di madre ancora in tenera età, era un porto sicuro. Perché permanevano tante ombre nei loro rapporti? Perché non c’era mai un dialogo sincero? Da questi interrogativi incalzanti prende spunto la storia intrigante e dolorosa, raccontata da Teresa Simeone nel suo ultimo libro, “Il Fardello”, pubblicato per la Delta Edizioni di Grottaminarda.

La protagonista è Giovanna, che crescendo vuole scoprire chi era stata davvero sua madre. C’è qualcosa che non quadra, perché appena si tocca quell’argomento, il padre svicola e sorvola. La ragazza allora si mette alla ricerca di tutte le tracce che portino alla verità. Capita a puntino che il figlio Carlo deve fare una ricerca sul terrorismo per la scuola. Si tuffano così nella lettura dei giornali che parlano degli Anni di Piombo. Il nome di sua madre, Rosaria, ricorre spesso negli articoli che trovano all’emeroteca.

La trama è densa ed emozionante, soprattutto quando ruota intorno al periodo terribile e violento, che coinvolse tanti giovani, animati dal sogno rivoluzionario,  alcuni dei quali confluiti nelle Brigate Rosse, responsabili dell’assassinio di Aldo Moro. Per inseguire quegli ideali, la mamma era andata via di casa. Da allora, Franco, il padre di Giovanna, che fa la dottoressa, non ha avuto il coraggio di rivelare alla figlia la sua storia di sangue. L’ha fatto per proteggerla, per lasciarle intatto il ricordo della sua “allegria”.

La vicenda s’intreccia coi tremendi giorni del Coronavirus, col suo carico di morti. Qui il racconto si fa più dolente e angosciante. Quel vortice travolgerà anche Franco. Sul letto di morte c’è la riconciliazione tra padre e figlia. Giovanna ripensa con tenerezza e tristezza agli affetti non manifestati, ai giorni belli vissuti da bambina. “Ma la normalità -esclamerà- quando si è giovani, è banalità”. Scoprirà in alcune lettere il grande amore tra i suoi genitori. Sulla tomba rivedrà “una dolcezza nuova” sul volto del padre.

Le domande di Giovanna continueranno. Perché non aveva indagato prima? Perché non era andata oltre i silenzi di Franco? Perché con la morte tutto finisce? Il “morso feroce del rimorso” sarà alleviato dalle cose lasciate dal padre, tra cui una scacchiera per Carlo “il mio piccolo genio”. L’autrice tratteggia anche alcuni aspetti di Benevento e del Sannio, da Piazza Santa Sofia a Morcone, riuscendo a fare un affresco incisivo dei sentimenti dei protagonisti, dei loro tormenti e dei loro sogni.

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