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L'impegno di Dacia Maraini per i diritti delle donne e l'Europa - "Difendiamo la democrazia, il pensiero e i valori universali"
 

mar 11-03-2025 18:03 n.572, a.e.

L'impegno di Dacia Maraini per i diritti delle donne e l'Europa

"Difendiamo la democrazia, il pensiero e i valori universali"


“Nei paesi democratici le donne hanno conquistato molti diritti, ma c’è ancora tanto da fare per raggiungere la piena parità. Persiste una cultura, per molti tratti misogina. Come dimostrano i frequenti casi di femminicidio. Viviamo in un’epoca in cui la democrazia è malvista e maltrattata, si scoraggia il pensiero. Vorrebbero trasformarci tutti in compratori e consumatori. Un incontro sulla conoscenza, come questo di Benevento, vuol dire fare resistenza ad una cultura che tende a rendere oggetti le persone”.

Con questa riflessione sulla nostra società, Dacia Maraini ha aperto il Festival Filosofico del Sannio in un affollatissimo Cinema San Marco, davanti a quasi ottocento studenti delle scuole superiori sannite, di Avellino, Caserta e Foggia. La rassegna, promossa dall’Associazione “Stregati da Sophia”, si è consolidata negli anni come uno degli appuntamenti più importanti del panorama culturale campano. “Questa edizione- annuncia la presidente Carmela D’Aronzo- è dedicata a mio marito, Vito Palmieri, scomparso pochi mesi fa. Se siamo arrivati fin qui, è anche grazie a lui".

La conversazione con la scrittrice, coordinata da Eugenio Murrali, ha preso spunto dal suo libro “Diario degli anni difficili. Con le donne di ieri, di oggi e di domani”. Una raccolta di articoli sul mondo femminile contemporaneo, una carrellata di storie emblematiche, di figure coraggiose ed autentiche, da Frida Kahlo a Michela Murgia. Con uno sguardo alle lotte delle donne iraniane e alle vittime del sistema patriarcale. La lectio è stata accompagnata dalla lettura di alcuni passi del libro, fatta dall’attrice Linda Ocone.

“Troppe donne muoiono per mano di chi dice di amarle -osserva Maraini- ma l’amore non dà il diritto di possedere. Bisogna insegnare la cultura del rispetto. Le cause dei femminicidi non dipendono dalla ricchezza o dalla povertà. Gli uomini che uccidono sono quelli più fragili e deboli, quelli che non sopportano l’autonomia e l’indipendenza della partner, hanno paura di perdere il potere e il controllo. La cultura misogina ha radici antiche, risale ai Padri della Chiesa, che ritenevano le donne pericolose, vicine al demonio, incapaci di pensare, che vanno a fare il Sabba, volando sopra una scopa”.

L’analisi della scrittrice si sofferma anche sullo scenario politico italiano e internazionale. “Tira un’aria antidemocratica -sottolinea- c’è proprio una tentazione autoritaria, anche da noi, non solo in Russia e in America, dove decide uno solo con modi spicci. La democrazia tiene conto di tutti i soggetti e le istituzioni, dai sindacati alla magistratura. Non esistono i valori occidentali, ma quelli universali, della giustizia, della libertà, della tolleranza, dell’uguaglianza. Ci vorrebbe una rivoluzione culturale, come quella industriale”.

La tecnologia ci fa conoscere le condizioni e le culture di altri popoli. “Se vogliamo accogliere gli stranieri -conclude- dobbiamo integrarli, non sfruttarli a due euro all’ora. I conflitti non si possono risolvere con la vendetta, come sta avvenendo tra Israele e i Palestinesi. Oggi è tempo di schierarsi dalla parte della democrazia. Dobbiamo difendere l’Europa, che deve crescere e ritrovare i suoi valori fondativi, che sono quelli della pace e della solidarietà. Vi invito a venire a Roma alla manifestazione del prossimo 15 marzo".

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