 “Nei paesi democratici le donne hanno conquistato molti diritti, ma c’è ancora tanto da fare per raggiungere la piena parità. Persiste una cultura, per molti tratti misogina. Come dimostrano i frequenti casi di femminicidio. Viviamo in un’epoca in cui la democrazia è malvista e maltrattata, si scoraggia il pensiero. Vorrebbero trasformarci tutti in compratori e consumatori. Un incontro sulla conoscenza, come questo di Benevento, vuol dire fare resistenza ad una cultura che tende a rendere oggetti le persone”.
Con questa riflessione sulla nostra società, Dacia Maraini ha aperto il Festival Filosofico del Sannio in un affollatissimo Cinema San Marco, davanti a quasi ottocento studenti delle scuole superiori sannite, di Avellino, Caserta e Foggia. La rassegna, promossa dall’Associazione “Stregati da Sophia”, si è consolidata negli anni come uno degli appuntamenti più importanti del panorama culturale campano. “Questa edizione- annuncia la presidente Carmela D’Aronzo- è dedicata a mio marito, Vito Palmieri, scomparso pochi mesi fa. Se siamo arrivati fin qui, è anche grazie a lui".
La conversazione con la scrittrice, coordinata da Eugenio Murrali, ha preso spunto dal suo libro “Diario degli anni difficili. Con le donne di ieri, di oggi e di domani”. Una raccolta di articoli sul mondo femminile contemporaneo, una carrellata di storie emblematiche, di figure coraggiose ed autentiche, da Frida Kahlo a Michela Murgia. Con uno sguardo alle lotte delle donne iraniane e alle vittime del sistema patriarcale. La lectio è stata accompagnata dalla lettura di alcuni passi del libro, fatta dall’attrice Linda Ocone.
“Troppe donne muoiono per mano di chi dice di amarle -osserva Maraini- ma l’amore non dà il diritto di possedere. Bisogna insegnare la cultura del rispetto. Le cause dei femminicidi non dipendono dalla ricchezza o dalla povertà. Gli uomini che uccidono sono quelli più fragili e deboli, quelli che non sopportano l’autonomia e l’indipendenza della partner, hanno paura di perdere il potere e il controllo. La cultura misogina ha radici antiche, risale ai Padri della Chiesa, che ritenevano le donne pericolose, vicine al demonio, incapaci di pensare, che vanno a fare il Sabba, volando sopra una scopa”.
L’analisi della scrittrice si sofferma anche sullo scenario politico italiano e internazionale. “Tira un’aria antidemocratica -sottolinea- c’è proprio una tentazione autoritaria, anche da noi, non solo in Russia e in America, dove decide uno solo con modi spicci. La democrazia tiene conto di tutti i soggetti e le istituzioni, dai sindacati alla magistratura. Non esistono i valori occidentali, ma quelli universali, della giustizia, della libertà, della tolleranza, dell’uguaglianza. Ci vorrebbe una rivoluzione culturale, come quella industriale”.
La tecnologia ci fa conoscere le condizioni e le culture di altri popoli. “Se vogliamo accogliere gli stranieri -conclude- dobbiamo integrarli, non sfruttarli a due euro all’ora. I conflitti non si possono risolvere con la vendetta, come sta avvenendo tra Israele e i Palestinesi. Oggi è tempo di schierarsi dalla parte della democrazia. Dobbiamo difendere l’Europa, che deve crescere e ritrovare i suoi valori fondativi, che sono quelli della pace e della solidarietà. Vi invito a venire a Roma alla manifestazione del prossimo 15 marzo".
|