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Direttore Antonio Esposito

I racconti del Premio Strega nella bellezza del Teatro Romano - Dalla famiglia "inferno" di Bajani alla bisnonna folle di Terranova
 

gio 05-06-2025 18:06 n.608, a.e.

I racconti del Premio Strega nella bellezza del Teatro Romano

Dalla famiglia "inferno" di Bajani alla bisnonna folle di Terranova


“Quanta bellezza c’è qui stasera, che location straordinaria è questo Teatro Romano, costruito dall’imperatore Adriano. L’affluenza di tanta gente, venuta ad ascoltare storie, non per concerti o spettacoli, è un segno di grande civiltà e grande speranza”. Con queste parole entusiaste, Stefano Coletta, dirigente della Rai, presenta i dodici finalisti del Premio Strega a Benevento. “Questo dimostra -aggiunge Alberto Fuschini, rappresentante ditta Alberti- che coi libri si può fare davvero comunità”.

Come in una sorta di Sanremo dei libri, gli scrittori arrivano sul palcoscenico, quattro alla volta, coordinati con scioltezza da Coletta, “sfogliano” le pagine dei loro romanzi, con spunti e riflessioni sulla storia e la nostra società. Le votazioni in diretta portano in finale Andrea Bajani con “L’anniversario”, Nadia Terranova con “Quello che so di te”, Elisabetta Rasy con “Perduto è questo mare”, Paolo Nori con “Chiudo la porta e urlo” e Michele Ruol con “Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia”.

Questa LXXIX edizione del Premio Strega ha rispecchiato le aspettative della vigilia. Fanno discutere alcune esclusioni eccellenti, come quella di Wanda Marasco con “Di spalle a questo mondo” e quella di Giorgio van Straten con “La ribelle. Vita straordinaria di Nada Parri”. Una bella sorpresa è sicuramente l’approdo alla finale di Ruol con la piccola casa editrice “TerraRossa”. “Già nella dozzina - rileva il direttore Stefano Petrocchi- c’erano autori inattesi e interessanti. In molti torna la poesia”.

Nel romanzo di Rasy affiora la figura di Raffaele La Capria, mentre in quello di Nori si ripercorre la vita del poeta romagnolo Raffaello Baldini. Ad accendere i riflettori sulla famiglia e i suoi “panni sporchi”, provvede Bajani, che già è stato in classifica per diversi mesi. Il tema da lui trattato è molto attuale. “Quando si vive -spiega lo scrittore- in un inferno domestico è giusto ribellarsi, come fa il protagonista del mio libro. Racconto una famiglia con i cocci rotti, che qualcuno a distanza prova rimettere insieme”.

La letteratura va alla ricerca del senso della vita. Ci può portare sulle tracce di un padre amato e perduto e di un amico trovato, come avviene col “mare” di Rasy. Altre volte ci fa conoscere le vie segrete dell’amore. Come accade nell’intenso romanzo di Terranova. “La storia della mia bisnonna -fa notare la scrittrice siciliana- appartiene a tutti. Quella cartella clinica con la quale fu internata nel 1928, non è solo un pezzo della mia famiglia. Carceri e manicomi sono luoghi della nostra falsa coscienza”.

Dal dialogo con gli scrittori emergono tante domande sul nostro tempo. “Chi sono -si è chiesta Saba Anglana- veramente io? Abbiamo inseguito troppo il mito multiforme dell’identità”. Il suo libro “La Signora meraviglia” purtroppo non è arrivato in finale. Stessa sorte per Valerio Aiolli con “Portofino Blues”, per Elvio Carrieri con “Poveri a noi”,  per Renato Martinoni con “Ricordi di suoni e di luci. Storia di un poeta e della sua follia", e per Deborah Gambetta con “Incompletezza. Una storia di Kurt Godel”.

L’appuntamento con la finale è per il 3 luglio al Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma. La serata è stata impreziosita dalla presenza di Melania Mazzucco, che vinse il Premio Strega nel 2003 con “Vita",  del produttore cinematografico Andrea Occhipinti, e di Donatella Di Pietrantonio, che ha presieduto la giuria come vincitrice della scorsa edizione con “L’età fragile”. “La vittoria -afferma la scrittrice abruzzese- è stata bellissima e faticosa. Ci voleva un fisico bestiale, che io non avevo. Sono una ragazza di campagna”.





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