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Direttore Antonio Esposito

I riflettori di Moravia sullo "Strano mondo" della borghesia - Coccodrilli, tacchini e mostri tra le sculture del Museo Arcos
 

sab 07-06-2025 11:46 n.609, a.e.

I riflettori di Moravia sullo "Strano mondo" della borghesia

Coccodrilli, tacchini e mostri tra le sculture del Museo Arcos


La corsa ad inseguire la moda, la ricerca affannosa dell’apparire, la gara a creare eventi unici e strabilianti, il sogno di un’isola e di un uomo del destino e della provvidenza. Questi gli ingredienti dello spettacolo “Strano mondo”, tratto da un testo di Alberto Moravia, e andato in scena presso il Museo Arcos di Benevento per la rassegna “Racconti per ricominciare”. L’adattamento teatrale è stato curato da Luciano Melchionna, autore e regista abituato a sperimentare e ad innovare.

Siamo negli anni trenta, in piena era fascista, quando il controllo della censura era davvero massiccio. Lo scrittore Moravia ricorre alla metafora e all’allegoria per manifestare le sue critiche alla borghesia, scrive per questo “Racconti surrealisti e satirici”,  in cui affiora chiaramente il suo sdegno verso una società in preda all’esibizionismo più sfrenato. Con la città che disprezza la provincia. Con la signora di lusso, che riceve l’amica rurale, abbrancata da un coccodrillo, vestita di rosso, seduta su un sofà.

Quell’animale diventa il simbolo della ricchezza ed il sogno per altre donne. Che sono affascinate da uomini appariscenti e pittoreschi, simili a tronfi tacchini. Come quel personaggio burlesco che incanta la giovane Rosetta, suscitando la reazione sconfortata di suo padre. Si fidanzano di nascosto e fuggono insieme. “Quel gallinaccio -esclamerà il genitore di lei- ha fatto diventare mia figlia disonorata e zoccola”. Ma il colmo del trionfo della forma si esprime nel cerimoniale spumeggiante di un matrimonio.

Per il ricevimento si sceglie l’albergo “Splendido”, la sposa arriva in lacrime, il corteo nuziale si svolge sotto un arco di spade. Ma la cosa più stupefacente è l’illuminazione. Le facce delle gente sono colorate da sanguigni sprazzi, la sala è immersa in riflessi purpurei. I servitori salgono sulle spalle dei convitati. Sembra una grossolana orgia. Si vola. Le donne come bianchi uccelli e gli uomini come notturni pipistrelli. “Povera figlia mia”. Commenta la mamma della sposa. “Ma non dimentichiamo -aggiunge- la foto per i giornali”.

L’approdo per tutti è l’isola dei sogni, dopo tanti giorni di navigazione. Gli attori Raffaele Ausiello, Cinzia Cordella, Carla Ferraro e Raffaele Milite, interpretano i vari personaggi con intensa gestualità. Lo spettacolo cammina in mezzo alle sculture egizie del Museo Arcos. Il marinaio capo salta su un pilastro, mette in guardia dal mostro che sull’isola aspetta i visitatori, parla di un ponte da costruire, come una talpa scava per arrivare al potere, che un giorno potrebbe conculcare le libertà.



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