Attualità     Politica     Cultura    Reportage     Opinioni    Chi siamo    Contatti    Credits     

Direttore Antonio Esposito

L'estro di Alexander Lonquich tra bacchetta e pianoforte - L'Orchestra del Conservatorio tra Mozart e Beethoven
 

mar 10-06-2025 16:06 n.611, a.e.

L'estro di Alexander Lonquich tra bacchetta e pianoforte

L'Orchestra del Conservatorio tra Mozart e Beethoven


La Stagione Concertistica dell’Accademia di Santa Sofia si chiude sotto il segno di Mozart e Beethoven. Al Teatro Comunale di Benevento c’è Alexander Lonquich, che suona e dirige l’Orchestra del Conservatorio Nicola Sala, coordinata dal maestro Maurizio Petrolo. Col programma entriamo subito nell’atmosfera mozartiana. La musica parte con  “Sinfonia n° 41 “Jupiter” in Do Maggiore K 551. Il ritmo è allegro vivace, poi diventa andante e cantabile ed infine esplode in un’allegria spumeggiante.

Sul palcoscenico sembrano materializzarsi coppie danzanti, che si prendono e si lasciano, volteggianti, scattanti, plananti. Il direttore dispiega le mani come ali di farfalla. Guida la “barca” anche coi movimenti del corpo. I circa quaranta musicisti, tra alunni e docenti, seguono la sua bacchetta con disciplina  e precisione. La maestria di Lonquich è il frutto di una lunga esperienza, che lo ha portato a collaborare con importanti orchestre, dall’Accademia di Santa Cecilia alla Royal Philharmonic a quella della Scala.

I brani eseguiti sono molto impegnativi, ricchi di preziosismi. La seconda parte si accende di nuovi bagliori. C’è la musica di Beethoven col “Concerto per pianoforte e orchestra n° 3 in Do minore Op.37”. Il direttore sfoggia il suo eclettismo, suona, si rialza, ritorna sui tasti, guarda ogni tanto l’orchestra e indirizza il cammino. L’armonia si distende tra rintocchi leggeri, frenetici, prolungati. Il pianoforte è un vascello scintillante, tra le carezze e le stoccate di Lonquich, che tiene sempre d’occhio l’orchestra.

L’approdo è smagliante e vibrante. Scattano gli applausi del pubblico. Il direttore regala un Valzer di Skrjabin e un Improvviso di Chopin. La ricerca dell’armonia è stata anche al centro della breve prolusione di Katia Fiorenza, che ha parlato di “Intelligenza artificiale e divario di genere”. “La modernità -rileva la docente Unisannio- può portare alla disuguaglianza tecnologica. Su questo c’è un regolamento europeo. Bisogna evitare le discriminazioni di genere. Difendendo i diritti di tutti e l’etica”.



Categ Concerti, letto 239 volte
 

 
  Apri WhatsApp   Apri Tweeter