|  Il coraggio, la ribellione, l'orgoglio, la gratitudine, la visione, il futuro. Sono queste le parole d’ordine che hanno guidato ed orientato il cammino del Pastificio Rummo verso la ripresa e il successo, dopo il drammatico 15 ottobre 2025, giorno della devastante alluvione di Benevento. Quando arriviamo nello stabilimento per il decimo anniversario, le troviamo scolpite su alti e grandi pannelli, con accanto le facce degli operai ancora coperte di fango e fatica, sotto la scritta “Io c’ero”.
Per ricordare quel fatto triste e lo straordinario lavoro organizzato per venirne fuori, l’azienda ha promosso un evento nazionale, in collaborazione con Il Sole 24 ore e Radio 24, coordinato dal giornalista Sebastiano Barisoni. L’attore Luca Ward racconta con delicata intensità questa “ribellione ad un destino”. Mentre un video proietta gli occhi smarriti di fronte al disastro, le immagini della fabbrica distrutta, la storia di un’azienda in campo da oltre 180 anni, che ha deciso di “non arrendersi mai”.
“Quel 15 ottobre -ricorda Cosimo Rummo- mi ero addormentato alle 4 del mattino perché anche la mia casa si era allagata. Verso le 6 mi chiama il direttore dello stabilimento e mi dice che abbiamo un problema con l’acqua. Quando arrivo sul posto, nella fabbrica non si può neanche entrare. Ci sono i vigili del fuoco. Con una scaletta scavalco il muro. Vedo alcuni ragazzi che piangono. Tutti ci davano per morti. Rummo non si rialza più. Ma io ho un sussulto: “Non vi preoccupate, ce la facciamo”.
L’imprenditore ringrazia il governo dell'epoca e il Presidente della Repubblica, al quale inviò una lettera. "Arrivarono - racconta- più di 700 persone della Protezione Civile, i militari, tanti volontari da tutta Italia. Un ragazzo, figlio di un collaboratore esterno, conia la frase: “L’acqua non ci ha mai rammolliti”, che ebbe un milione di follower. Prendo alcuni pezzi e andiamo da un amico a Pistoia a fare la pasta. Restiamo sugli scaffali ed in poco tempo le vendite aumentano del 500 per cento”.
L’azienda oggi esporta in 70 paesi, produce 140 mila tonnellate annue, è una delle poche a debito zero. “Siamo il punto di riferimento mondiale -aggiunge Rummo- dell’alta qualità della pasta. Ci ho messo 50 anni per i risultati raggiunti. Abbiamo un centro di ricerca per formare i giovani. Come la mettiamo con i dazi in arrivo? Ci stiamo organizzando. Prima o poi faremo male agli americani”. C’è un fragoroso applauso in platea. Il conduttore chiede ad Antonio, figlio di Cosimo, cosa provò in quei terribili giorni.
“Dopo l’alluvione -ricorda- la fabbrica ci apparve come fosse abbandonata da 20 anni. Il primo pensiero fu subito quello di andare avanti e ricostruire tutto. Per tre giorni non sono riuscito a parlare con mia moglie. I punti di forza sono stati la visione strategica e la scelta dei migliori manager. Il nostro prodotto è sexy e fico di per sé, perché è un brand riconosciuto”. La ripresa del Pastificio Rummo è elogiata, tra gli altri, dalla giornalista Maria Latella, Ettore Prandini della Coldiretti, Titti Postiglione del Ministero.
“Per non correre gli stessi rischi -denuncia Rummo- bisogna pulire i fiumi ”. La rinascita dell’azienda sannita è un formidabile esempio di resistenza e resilienza, che ha avuto come protagonisti i 250 dipendenti, tra impiegati ed operai, ed una famiglia imprenditoriale molto unita. “Cosimo - sottolinea Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola -ha messo in pratica le parole di Gandhi, che diceva “La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a danzare sotto la pioggia”.



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