|  Il quadro della povertà a Benevento continua ad avere tinte fosche e rispecchia quello nazionale. Secondo l’Istat sono oltre due milioni le famiglie, che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese. Dal Dossier presentato dalla Caritas della diocesi beneventana emerge che i soggetti più colpiti sono gli anziani, i migranti e quelli con un lavoro precario. La situazione sembra statica, ma alcuni segnali non preludono a miglioramenti in tempi brevi, perché servirebbero interventi strutturali.
“L’aumento del costo della vita - rileva Pasquale Zagarese, direttore della Caritas- e la conseguente perdita del potere d’acquisto hanno impoverito le famiglie monoreddito e quelli che non hanno un lavoro stabile. A Benevento, poi, sono arrivati tanti migranti, che vorrebbero inserirsi nella società, ma poco si fa per la loro inclusione. Questi ragazzi sono una risorsa strategica, per le energie e le competenze che portano. Con i nostri progetti stiamo cercando di dare una mano, perché l’assistenza da sola non basta”.
Nella radiografia della povertà spiccano questi dati: la Mensa Caritas ha offerto quasi 40 mila pasti all’anno, con un incremento del 4,3 per cento rispetto al 2023, le persone che hanno usufruito dei pasti sono 408, mentre sono 51 quelle che hanno consumato a casa; i buoni erogati sono 3212 con una media di 300 al mese; le richieste d’aiuto sono aumentate soprattutto tra gli ultrasessantacinquenni; si registra un arrivo rilevante di migranti egiziani, che si aggiungono a marocchini, ucraini, tunisini e pakistani.
“Una parte di assistiti -osserva la sociologa Maria Pia Castaldo- l’abbiamo affidata alle parrocchie, che sono vicine al territorio. Lo zoccolo duro della povertà permane presso l’Addolorata del Rione Libertà e Santa Maria di Costantinopoli al Rione Ferrovia, con una marcata presenza nella zona di San Giorgio del Sannio. Il Gli ospiti presso il dormitorio sono passati dai 99 del 2023 ai 106 attuali. Alla Caritas vengono tanti giovani stranieri che non hanno come sfamarsi. Gli anziani che chiedono aiuto sono quasi raddoppiati”.
Per fare fronte al disagio sono in corso i progetti ”Sapore di Riscatto”, rivolto ai detenuti, “Amabilmente all’Opera, per i ragazzi diversamente abili, e la creazione di una “Comunità Energetica Rinnovabile”. “Il problema - conclude l’arcivescovo Felice Accrocca- sta nella concentrazione della ricchezza in poche mani, che possono manipolare il consenso e l’informazione. Questo mette a rischio la democrazia. L’aumento della povertà rende possibile il voto di scambio. E' un problema nazionale, ma anche noi ci siamo dentro. Per una svolta servirebbero un processo di liberazione e una rivoluzione culturale”.
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