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Direttore Antonio Esposito

Cittadini, Cgil e Chiesa in campo per il riscatto del Rione Libertà - Martino e Valle: "Facciamoci sentire per cambiare le cose"
 

mar 28-10-2025 12:00 n.662, a.e.

Cittadini, Cgil e Chiesa in campo per il riscatto del Rione Libertà

Martino e Valle: "Facciamoci sentire per cambiare le cose"


“E’ una vergogna che il quartiere più popoloso della città sia privo di un presidio sanitario e di tanti servizi essenziali. Serve un protagonismo collettivo, che porti al centro della politica i problemi del Rione Libertà, che negli ultimi anni ha fatto molti passi indietro. Vogliamo costruire insieme a voi un rete, per passare dalla protesta ad una vera vertenza. Quest’assemblea è il frutto di un percorso d’ascolto. Rivendichiamo diritti e dignità, qui da troppo tempo calpestati. Per questo diciamo “Scusate il ritardo”.

Con queste parole accorate, Michele Martino, apre l’Assemblea pubblica, tenutasi nel salone della Chiesa dell’Addolorata, per iniziativa della Cgil e di un gruppo di associazioni, che vanno dall’Agesci al Sunia, dall’Auser a Libera, dal mondo laico a quello cattolico. L’incontro con i cittadini del Rione Libertà, che è stato introdotto da Giuseppe Vassallo, segretario del Sindacato Pensionati, mira ad accendere i riflettori sui disagi e le carenze delle “Palazzine”, per reclamare un futuro diverso.

“Qui tante abitazioni -rileva Martino di Libera- risalgono al dopoguerra e non hanno ascensori. Per questo le persone più anziane, che vivono ai piani alti, incontrano grandi difficoltà. A volte rinunciano anche ad andare in chiesa. Qui un tempo c’era anche un cinema. Il rione rappresenta l’anima di Benevento. Proviamo a trovare insieme delle soluzioni, che lo rendano più vivibile. Organizziamo con le associazioni e le due parrocchie una grande mobilitazione di massa. Facciamoci sentire”.

Sui volti del presenti si legge la necessità di un risveglio. “Chi vole, va -sintetizza Enzo Lamparelli- chi nun vole, manna”. Il parroco apprezza e incoraggia. Sta qui da sei anni e viene dal Congo. “Da soli si va più veloci -dice don Gaetano- ma insieme si va più lontano. Cosa possiamo fare? Guardiamo le formiche, che unite possono spostare tronchi d’alberi. Una scintilla può diventare incendio, un coro unico una forza rivoluzionaria. Le scuole dismesse hanno costretto i ragazzi ad andare altrove. Le comunioni si sono ridotte da 120 a 40. Aumentano le persone che non ce la fanno a pagare le bollette”.

Dalla platea si levano voci critiche verso i politici che vengono qui solo per i voti. “Per riparare una caldaia -fa sapere una signora- mi hanno chiesto 700 euro”. “Ci hanno chiuso la guardia medica -denuncia Enrico Vernillo- ci sono due, tre furti al giorno. Il quartiere è un dormitorio, la sera c’è il coprifuoco. Perché non mettiamo l’Asl nell’ala vuota dell’Arpac, che sta su Via Napoli?”. Il  rappresentante degli scout, Simone Razzano, annuncia la nascita di un nuovo gruppo a Santa Maria degli Angeli.

“Non dimentichiamo -aggiunge Paolo Iorio- il problema delle dipendenze dal gioco e dalle droghe”. Quest’assemblea non è una conclusione, ma un inizio. Bisogna coinvolgere naturalmente ancora più gente e soprattutto i giovani. “Quello che conta -conclude Luciano Valle, segretario della Cgil- è il messaggio contro la rassegnazione. Non è vero che non possiamo fare niente. Dobbiamo smettere di lamentarci, dobbiamo lottare insieme, facendo ognuno la propria parte”.




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