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Direttore Antonio Esposito

Come far diventare il Sannio un territorio "intelligente" - Nardone: "Riconvertiamo cave e capannoni abbandonati"
 

gio 18-05-2023 17:00 n.319, a.e.

Come far diventare il Sannio un territorio "intelligente"

Nardone: "Riconvertiamo cave e capannoni abbandonati"


“Quando parliamo di salvare il pianeta, non possiamo farlo solo nei giorni festivi. Dobbiamo impegnarci sempre e festeggiare l’armonia con la natura come fosse il nostro compleanno”. Con questo messaggio, Carmine Nardone, presidente di Futuridea, ha concluso le sue riflessioni nel convegno dedicato a “Servizi, Ecosistema, Biodiversità e Paesaggio”, svoltosi a Piano Cappelle, presso il Musa. Un’occasione per raccogliere idee dal territorio, dagli operatori economici e dalle associazioni agricole.

 Con mappe e slide è stato spiegato che nel mondo ogni anno perdiamo una superficie di terra fertile uguale all’Italia. Il consumo del suolo continua senza sosta. Sta succedendo che i miliardari multinazionali si stanno scatenando nell’accaparramento della terra su scala globale. Un processo dannoso per le comunità locali, perché concatenato con i cambiamenti climatici ed i conseguenti disastri. Per fermare questo assalto e “sconfiggere i cementificatori”, anche il Sannio può fare la sua parte.

Una risposta può venire dalla coltivazione delle energie rinnovabili. “Abbiamo fatto un piccolo studio -osserva Nardone-  e abbiamo realizzato un’ecoserra intelligente. Perché non pensare ad installare pannelli fotovoltaici sul capannone dell’Ex Agenzia dei Tabacchi di Benevento, che si trova vicina alla Stazione Centrale? Si tratta di un edificio di oltre 21mila metri quadri. Qui potremmo fare una Comunità Energetica che può soddisfare tutto il Rione Ferrovia. Si potrebbe utilizzare per questo anche il capannone vuoto della Sie di Sant’Agata dei Goti, che doveva inscatolare il tonno, ma lì vicino non c’era il mare”.

Nelle aree dei Piani per Insediamenti Produttivi sono disseminate tante strutture abbandonate, che potrebbero essere riconvertite in luoghi di produzione di cibo biologico e sicuro, che potrebbero diventare bioparchi. Per fare tutto questo, la parola d’ordine per gli amministratori e i politici dovrebbe essere “riuso”.” Lo stesso discorso- continua Nardone- può essere fatto per la cave dismesse. In Campania ne abbiamo più di trecento. Si potrebbero ripristinare per trasformarle in isole energetiche”.

Nel dibattito, moderato da Rocco Cirocco, è stato rilanciato con forza il ruolo dei territori. “L’ambiente siamo noi- ha detto Angelo Marino, presidente degli agronomi- la programmazione la dobbiamo fare noi.  Le nostre eccellenze, dal vino all’olio alla zootecnia, vanno messe in rete. Da 40 anni aspettiamo di utilizzare l’acqua della Diga di Campolattaro. Con gli oliveti potremmo arrivare a coltivare anche 70 mila ettari. Chiediamo alla Regione più attenzione alle aree interne e più risorse”.

Per ribadire l’esigenza di accelerare sulle comunità energetiche, è intervenuto Luigi Fuschetto di Friendly Powerr, che ha illustrato le procedure e l’utilità, mentre Davide Minicozzi, presidente del Gal Fortore, soddisfatto per il successo della recente fiera zootecnica, ha fatto notare che non basta la qualità per essere competitivi, ma serve anche la quantità. Ha ricordato che per il controllo del territorio, una volta c’era il Marsec, il Sistema Satellitare della provincia, che monitorava anche l’abusivismo.

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