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Poesia e ironia di Fabio Concato tra le trattorie e il mare - "Mi manca quella tua leggerezza per affrontare il mondo"
 

mer 05-07-2023 18:56 n.343, a.e.

Poesia e ironia di Fabio Concato tra le trattorie e il mare

"Mi manca quella tua leggerezza per affrontare il mondo"


Il “musico ambulante” Fabio Concato approda al Teatro Romano, canta e racconta 45 anni di carriera, vissuta tra amori attesi o nati per caso, donne come fiori, grassottine, ma carine, giorni piovosi e domeniche trascorse al mare. Col suo timbro di voce, melodico vellutato. Aggiungendo una perla al già prestigioso cartellone del “Sannio Music Fest”, diretto da Michele Solipano. Il concerto comincia col ritmo suggestivo di “O bella  bionda”, quando “seduto sopra una panchina, qui fermo ad aspettare”,  immagina l’incontro con la sua donna, “amore, quando arriverai, ti canto una canzone”.

Basta il primo brano per creare la giusta sintonia col pubblico che ha quasi gremito il Teatro Romano. “Questo posto è magnifico -osserva il cantante milanese- sembra di stare nel salotto di casa. Ho suonato in tanti teatri, ma qui è meraviglioso anche sul piano acustico”. L’atmosfera si riscalda con “Ti ricordo ancora”  “Stazione Nord”, “Tienimi dentro te” e “In trattoria”. I compagni di viaggio sono Mirko Guerra alla chitarra, Gabriele Palazzi alla batteria, Stefano Casali al basso e Ornella D’Urbano alle tastiere. “Con Stazione Nord-sottolinea- ho voluto dire che non c’è solo la violenza per chiudere una storia”.

Poi scende dal palco e tra la gente e con la gente canta “Domenica bestiale”, per celebrare una giornata “sentimentale” dolce e vera, fuori dalla frenetica Milano, quando ci si può parlare e divertirsi anche mangiando un fiore, e scoprire “com’è bella la natura”. Il feeling col pubblico è suggellato ancora con “Troppo vento” e “M’innamoro davvero”. Nelle canzoni d’amore spunta quella dedicata ai bambini, “051”, scritta per il Telefono Azzurro. “Il suo significato è ancora attuale -spiega Concato- perché stanno succedendo cose un po’ strane, anche per le donne e le persone fragili”.

Le pennellate di Concato sono quasi sempre spensierate e ironiche. La poesia trionfa in tutta la sua bellezza con “Fiore di  maggio”, quando ipotizza che la sua donna sia stata posata da un gabbiano “sopra uno scoglio, dove ci si può tuffare e dove in maggio nasce un fiore”. Molte canzoni raccontano storie, emozioni e attimi quotidiani, da cogliere al volo, ma c’è sempre un sogno, un desiderio, una speranza di costruire nuovi rapporti umani. Come si vede in “Non smetto di aspettarti”, perché “mi manca quella tua leggerezza per affrontare il mondo”  ed anche in Rosalina, che “a me piaci grassottina”.




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