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Direttore Antonio Esposito

Col dimensionamento il Sannio perderebbe molte scuole - Fracassi: "Gridiamo un sonoro no all'Autonomia Differenziata"
 

gio 12-10-2023 20:55 n.373, a.e.

Col dimensionamento il Sannio perderebbe molte scuole

Fracassi: "Gridiamo un sonoro no all'Autonomia Differenziata"


Quando chiude una scuola, scompare un presidio di legalità, un simbolo identitario di un piccolo comune. Per la nostra Costituzione, il diritto allo studio deve essere garantito a tutti, a quelli che vivono nelle città e a quelli che stanno sulle montagne e nelle valli più sperdute. Per questo il progetto di dimensionamento scolastico proposto dal governo va fortemente contrastato, perché accresce i divari, dando un’ulteriore spinta alla desertificazione e allo spopolamento.

Il grido d’allarme e l’appello alla mobilitazione sono venuti ancora una volta dalla Flc Cgil di Benevento, che ha chiamato a raccolta istituzioni, docenti, dirigenti scolastici e semplici cittadini nel convegno che si è tenuto presso l’Auditorium della Spina Verde al Rione Libertà. La prima esigenza è quella di informare, per far comprendere le conseguenze dirompenti di un provvedimento che inciderà soprattutto sulle zone interne. Poi c’è bisogno di creare un fronte comune al di là dei colori politici.

“Non abbiamo scelto a caso questo posto -ha detto Luciano Valle, segretario provinciale Cgil- ma perché in questo quartiere la scuola rappresenta un pezzo di Stato, un segnale di speranza per un futuro diverso. Come, del resto, abbiamo sintetizzato nello slogan dell’incontro  “Scuola più povera, territori più deboli”. Col progetto di 960 alunni per scuola,  il Sannio perderebbe il 25 per cento delle attuali 53 dirigenze e autonomie scolastiche. Un ridimensionamento che scombussolerebbe l’intera rete educativa.

“L’aria che si respira nelle nostre scuole -ha sottolineato Maria Rosaria Icolaro, dirigente del De’ Liguori di Sant’Agata dei Goti- è di profonda solitudine. Il dato dell’anno scolastico appena iniziato è sicuramente allarmante. Complessivamente 13 istituti sono tenuti in reggenza. La logica è sempre quella del mercato e del risparmio. Non si può decidere in base agli iscritti. Servono mense e trasporti. La riduzione degli organici renderà sempre più povera la scuola. Dietro i numeri ci sono persone e portatori di diritti”.

Il presidente della Comunità Montana del Fortore, Zaccaria Spina, ha condiviso la necessità di scongiurare il dimensionamento e ha ricordato che anche i vescovi hanno acceso i riflettori sui problemi delle Aree Interne, mentre il presidente della Provincia, Nino Lombardi, ha auspicato una maggiore coralità di azione, perché sono in ballo diritti costituzionali. Il dibattito è stato arricchito da Amerigo Ciervo (Anpi), Eva Viele e Ottavio De Luca (Cgil), Maria Rosaria Ricci (Libera), Stefano Orlacchio (Giovani Democratici)

“Quella del dimensionamento -ha rilevato Gianna Fracassi, segretaria nazionale della Flc- è una scelta politica. Al presidente della provincia dico che mi sarei aspettata che si fossero levate più voci, quelle delle regioni e di tutti gli enti locali. Non faremo fronte comune con chi condividerà quella scelta. Ognuno si assuma le proprie responsabilità. Non sono ammesse deleghe. Le condizioni sociali di un territorio si possono risollevare soltanto puntando sul lavoro, la sanità e la scuola”.

La riflessione si è allargata all’Autonomia Differenziata, che rischia di ampliare il gap tra nord e sud. “Se veramente -ha concluso Fracassi- si vuole aiutare il Mezzogiorno, si dovrebbe fare una sola cosa: ritirare il disegno di legge Calderoli. Tutto il resto sono chiacchiere. Con quella proposta si spezza l’unità nazionale, si ripropone il modello sanità anche per la scuola, il paese diventa una sorta di puzzle impazzito, con ogni regione che gestisce a modo suo materie importanti come l’economia, l’energia, l’ambiente. Possiamo invertire la rotta, con un sonoro no che spinga il governo a tornare indietro”.



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