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Quel Sannio da raccontare, con tante risorse e potenzialità - Marotta: "Si può vivere bene anche qui, non solo al Nord"
 

gio 26-10-2023 18:46 n.377, a.e.

Quel Sannio da raccontare, con tante risorse e potenzialità

Marotta: "Si può vivere bene anche qui, non solo al Nord"


La gente se ne vuole andare dal sud non solo per cercare lavoro, ma anche per motivazioni culturali. Da un’indagine recente, però, è emerso che il 50 per cento dei giovani resterebbe o pensa di farlo, se avesse adeguate opportunità per un progetto di vita. Cambiamo il racconto delle aree interne, che sono ricche di potenzialità e risorse. Questo il filo conduttore del seminario svoltosi presso l’Università di Benevento, dal titolo “Riabitare il Sannio, comunità che si rigenerano nella prospettiva della felicità pubblica”.

“Lo sviluppo -ha affermato il prorettore Giuseppe Marotta- non sta nel diventare come il Nord, come Milano. Qui è possibile una migliore qualità della vita. La città di Benevento è ricca di storia e cultura, ma qual è la sua identità? La narrazione ci ha abituati a credere che la felicità sta solo al Nord, mentre la maggiore insostenibilità sta nelle metropoli. Basti pensare all’inquinamento e al costo della vita. Le aree urbane stanno peggio di noi. Il Sannio può giocare sull’agroalimentare, l’artigianato, la ristorazione e il turismo”.

La grande città, a volte, significa anche solitudine, emarginazione. Col lavoro e l’affitto da pagare non tutto scorre facile e liscio. “La risorsa più preziosa del territorio -ha osservato Ettore Rossi del Laboratorio per la felicità pubblica- sono le relazioni umane. Bisogna prendersi cura dei restanti e creare le condizioni per l’autoimprenditorialità, anche attraverso laboratori di innovazione da organizzare con le istituzioni locali. Così possiamo sconfiggere la rassegnazione di chi pensa non ci sia nulla da fare”.

Tutte le strategie per far “riabitare” il Sannio passano per l'intelligente valorizzazione delle sue risorse, da quelle ambientali a quelle culturali. “Prendiamo l’acqua della Diga di Campolattaro -ha rilevato l’arcivescovo Felice Accrocca- oppure il Parco del Matese. Sono due opportunità importanti. Dobbiamo svegliarci e combattere insieme senza spirito di crociata per contenere l’assalto esterno. Chi ha avvantaggiato l’eolico? Bisogna seguire  l’interesse comune. Ma dov’è la politica? Quella delle grandi visioni e degli alti ideali? Si tratta di rovesciare la piramide, partendo dalle periferie e non dal centro”.

Al seminario sono intervenuti il rettore Canfora, Stefania Leone, Daniela Storti, Marco Leonetti, Sabrina Lucatelli, direttrice di “Riabitare l’Italia”, il docente Global Carlo Mazzone, che ha rilanciato la proposta di un Sannio Valley. “Dobbiamo progettare il ritorno -ha evidenziato Angelo Moretti, presidente della Fondazione di Comunità- dando spazio all’imprenditoria civile e sociale. Con l’università abbiamo riaperto un bar a Sassinoro affidandolo alla gestione di migranti e disoccupati locali. Siamo già una terra sognata”.

Per il Sannio è partito un modello di economia di prossimità. “Per far conoscere il nostro cibo di qualità -ha detto Marotta- ai sanniti e a tutta la Campania, abbiamo ideato un Pdo (“Piccola Distribuzione Organizzata), promosso dai piccoli produttori agricoli, che mettendosi insieme possono aprire dei punti vendita. Il progetto, nato con la Fondazione di Comunità e Slow Food Campania, ha l’obiettivo di portare il mercato sul territorio. Abbiamo avviato iniziative cooperativistiche a Pietraroja, Castelpoto e Pietrelcina. La regione dovrebbe potenziare l’assistenza tecnica dei piccoli comuni coi fondi europei”.



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