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Quella "Gente di Benevento", laboriosa, umile e illustre - Ricordi, riflessioni e personaggi di Giuseppe De Lorenzo
 

ven 31-05-2024 18:20 n.463, a.e.

Quella "Gente di Benevento", laboriosa, umile e illustre

Ricordi, riflessioni e personaggi di Giuseppe De Lorenzo


Il suo mondo è il Centro Storico di Benevento, tra via Vittorio Veneto, dove è nato, e Piazza Santamaria, dove ha lo studio medico. La sua vita è trascorsa in gran parte nell’Ospedale “Rummo”. Da questi due importanti punti di osservazione ha visto scorre la storia della città dal dopoguerra ad oggi. Grazie alla sua passione per la scrittura e il giornalismo, Giuseppe De Lorenzo, ha raccolto i suoi ricordi e una carrellata di personaggi nei due volumi “Gente di Benevento”, pubblicati per le Edizioni Realtà Sannita.

Si tratta di quasi 120 tra articoli, racconti, riflessioni, lettere, pubblicati ogni domenica su “Gazzetta di Benevento”, diretta da Alfredo Pietronigro. L’autore cominciò quasi per gioco. “Poi la cosa è cresciuta -rileva il direttore- ci è scoppiata in mano. Basti pensare che la vicenda della famosa falegnameria Domenico e Russo e figli ha avuto ben 12 mila visualizzazioni. Il mio giornale è stata la sponda giusta. Così abbiamo guardato all’iniziativa con occhio diverso e sono nati i due libri e qualche altro è già in cammino”.

La narrazione è sobria e coinvolgente, i fatti sono intrecciati con commenti e con le vicissitudini personali. Non mancano, qui e là, notizie storiche, ad esempio su Leonardo Bianchi, Antonio Mellusi e Giuseppe Moscati. Tra le pagine affiorano personaggi della medicina e della chiesa, da Cesare Vesce ad Annio Majatico, da don Emilio Matarazzo a don Cosimo Cavalluzzo. Ma il filo rosso è rappresentato dalle “lotte” intraprese “contro il sistema”, con analisi serrate e pungenti sulla politica.

“Nel Civico consesso- racconta De Lorenzo- ho trascorso quasi vent’anni della mia vita. Nel “mio” Rummo fui relegato in un corridoio, quando mi attivai per sancire “la fine degli ergastoli bianchi” in seguito alle legge Basaglia. La squallida politica ha tentato di distruggermi, non riuscendovi. Le cattiverie incontrate, le pugnalate avute mi hanno portato ad un sofferto distacco. Lo scendere nell’agone politico è stata l’unica scelta negativa di tutta la mia vita. Ma riprendiamo la fiducia, contro il pessimismo dilagante”.

Il tono diventa malinconico quando l’autore parla della sua “ luminosa, tenera e misteriosa infanzia”, quando ricorda il padre Giovanni, docente di matematica, come “un uccello spaurito nella gabbia di un cadente e sporco ospedale di Napoli”, quando tratteggia la figura di Carlotta Nobile, giovane violinista morta a 24 anni, quella dell’artista Vincenzo Beethoven, in giro per la città con “barba lunga e capelli incolti”, quando si ferma sulla tomba di Giuseppe De Lucia, direttore del settimanale “Messaggio d’Oggi”.

“Sul giornale di De Lucia -spiega De Lorenzo- curavo la rubrica intitolata “Uomini Illustri”, raccogliemmo tutti gli articoli, ma il fascicolo è andato disperso. Ma tengo tutto conservato in un mio registro. Un domani potremmo farne un libro”. I due volumi, presentati al Teatro Comunale, davanti ad un folto pubblico, hanno una bella grafica. I racconti di De Lorenzo sono arricchiti da tante fotografie in bianco e nero. Cartoline della memoria che illuminano ancora i nostri giorni.






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