 “Gridiamo ancora più forti le ragioni della pace, oggi che ci sentiamo quasi orfani. Senza più quel vecchio Papa, una delle poche voci di speranza del pianeta, sempre più asservito alla logica della guerra e del profitto. Francesco invitava la chiesa ad uscire, ad andare nelle periferie del mondo. Viviamo tempi difficili, siamo travolti di nuovo dalle guerre. Assistiamo impotenti alle stragi in Ucraina e a Gaza. Cos’altro deve accadere perché la nostra coscienza si svegli e l’Europa si faccia sentire?”.
La riflessione di Amerigo Ciervo, presidente dell’Anpi di Benevento, parte dai drammi del nostro tempo, per rilanciare i valori della Resistenza e della Costituzione, a chiusura della manifestazione per l’Ottantesimo Anniversario della Liberazione, che si è svolta nel capoluogo sannita, con un festoso e combattivo corteo, che si è snodato da Piazza Orsini alla fine di Corso Garibaldi, con tanti giovani e tante bandiere, da quelle della Cgil a quelle di Libera. La banda di Grottolella suona "Bella Ciao".
“Con la Resistenza -osserva Dario Melillo dell’Anpi- ci siamo liberati dall’oppressione nazifascista, da una dittatura che abolì le libertà. Il 25 Aprile è la data più importante della nostra storia. Quella lotta vive ogni volta che scendiamo in piazza per difendere i diritti. L’impegno per la pace e la giustizia non può essere “sobrio”. La giovane Giusy Nazzaro legge una lettera di Pietro Benedetti, partigiano comunista fucilato a Roma nel 1944. Scelse di stare dalla parte giusta della storia.
Il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, ricorda Papa Francesco e il Presidente Mattarella, soli nel periodo angosciante della pandemia, sul sagrato del Vaticano e sull’Altare della Patria, sottolinea il contributo dei cattolici alla Resistenza e la necessità di tramandare la memoria ai giovani. La manifestazione accende i riflettori sull'orrore di Gaza. Scorrono i versi dei poeti palestinesi, letti da Benedetta Stefanelli, Giovanna Altieri e dall’attore Michelangelo Fetto.
“Quelli che ci hanno dato la libertà -conclude Ciervo- hanno scelto. Come Francesco Pepicelli, carabiniere di Sant’Angelo a Cupolo, ucciso alle Fosse Ardeatine, la beneventana Maria Penna trucidata a Firenze, come Gianni Iannelli di Morcone, ucciso in Liguria, i cinque di Faicchio, quelli di Bonea, Sant’Agata dei Goti, Colle Sannita e Foglianise, come i partigiani sanniti Alfredo Festa e Giuseppe Crocco. Oggi tocca a noi rimettersi all’opera. Dedichiamo a Giacomo Matteotti un luogo centrale della città”. Sul palco sale Giuseppe Liberatore, alpino di 97 anni, che legge e canta “Bella Ciao”.



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