 Il romanzo della Dc del Sannio comincia il 10 dicembre 1945 e si conclude nella primavera del 1994. Le prime riunioni per fondare il partito si tenevano in una sala del “Collegio de La Salle” di Benevento. Tra quelli che ascoltavano Giambattista Bosco Lucarelli, che parlava di democrazia e pluralismo, c’era un ragazzo di 15 anni. Si era intrufolato per capire di cosa discutevano i grandi. Quel giovinetto era Roberto Costanzo, che oggi ha 96 anni, e che con Antonio Coletta ha scritto un libro su questa lunga storia.
Gli autori raccontano “50 anni di Democrazia Cristiana nel Sannio” in un volume di oltre 350 pagine, pubblicato per le Edizioni Realtà Sannita e stampato presso Grafiche Iuorio. L’avventura della Balena Bianca è passata in rassegna attraverso un’analisi incalzante, dalle origini alle tante stagioni di governo, con i profili dei personaggi più significativi, con la geografia delle varie correnti. Dal padre fondatore Bosco Lucarelli a Mario Vetrone, dal fascismo al dopoguerra, dal boom economico a Tangentopoli.
Le vicende locali sono inquadrate nel contesto nazionale e mondiale. Spicca il confronto tra Sannio ed Irpinia, guidata da illustri democristiani come Sullo e De Mita. La crescita della Dc si avvalse dei fecondi rapporti con la Coldiretti e con la Chiesa. Ai successi elettorali del partito contribuì in modo massiccio il mondo delle campagne. Il processo di “coldirettizzazione” fu contestato da Gianni Vergineo, dirigente provinciale, che per questo nel 1957 abbandonò il partito e cominciò a guardare a sinistra.
Con l’approdo al potere proliferano le correnti e gli scontri tra Vetroniani e Sinistra di Base. Memorabile il dissenso per la candidatura di Franca Falcucci, catapultata da Roma. Il libro è ricco di foto, tabelle elettorali e di nomi. Nel Sannio vinse la Monarchia contro la Repubblica, il voto contro la legge sul Divorzio e quella sull’Aborto. “Questa provincia -scrivono gli autori- raccolse con ritardo il vento del cambiamento. La fine della Dc non fu dovuta solo a Mani Pulite, ma al clientelismo di massa e al malcostume diffuso”.
La corrente antidemitiana prese il nome di Azione Sannita, capeggiata dallo stesso Costanzo, che poi scelse l'area di Gava e Andreotti. Negli anni settanta la leadership fu assunta da Clemente Mastella della Sinistra di Base, che fu eletto deputato nel 1976. Tra i documenti ci sono ampi stralci dell’importante discorso di Aldo Moro, tenuto a Benevento nel novembre1977. La presentazione del libro si è svolta in un gremito Teatro De La Salle, proprio lì dove il partito vide la luce.
Il potere della Dc ha prodotto i frutti sperati per il Sannio? Le conquiste non sono state poche, ma forse si poteva ottenere qualcosa di più per le infrastrutture e l’industrializzazione. Tra gli episodi più tragici c’è sicuramente l’assassinio di Raffaele Delcogliano e Aldo Iermano del 27aprile 1982, determinato da un “patto infame” tra Brigate Rosse e camorra. Per ricordarli c’è stato un minuto di silenzio. “Per me -sottolinea Costanzo- Raffaele era come un fratello. Forse allora ebbe inizio la fine della Dc sannita”.
Cosa resta di quella stagione? “Questa è stata una storia incredibile -rileva Mastella- noi eravamo un partito, rappresentavamo la nostra realtà. I parlamentari di oggi non sanno chi siete, non sono sul territorio. I partiti non esistono”. “Una pagina si è chiusa -osserva Giovanni Zarro- guardiamo avanti”. Il libro cita una lettera di Moro inviata a Mastella durante il sequestro. Ma il sindaco di Benevento non sa dov’è. “La Dc non c’è più -conclude Costanzo- ma i democristiani ci saranno sempre. Per me il centro può guardare ad entrambe le sponde. Il pensiero cristiano democratico si può ancora coltivare”.

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