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Direttore Antonio Esposito

Con l'Accademia di Santa Sofia tra le Sinfonie di Verdi e Rossini - La raffinatezza fantasiosa del violinista Zamuner e dell'Orchestra
 

dom 18-05-2025 16:40 n.602, a.e.

Con l'Accademia di Santa Sofia tra le Sinfonie di Verdi e Rossini

La raffinatezza fantasiosa del violinista Zamuner e dell'Orchestra


Una cavalcata “Attorno all’Opera”. Tra le sinfonie di Giuseppe Verdi e Gioacchino Rossini, passando per l’intermezzo della “Manon Lescaut” di Giacomo Puccini e quello di “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni. Su queste strade scintillanti e spumeggianti l’Orchestra da Camera dell’’Accademia di Santa Sofia ha sfoggiato le sue doti strumentali, guidata dal violinista napoletano Riccardo Zamuner, entusiasmando il numero pubblico dell’Auditorium Sant’Agostino di Benevento.

I musicisti hanno disteso le ali tra le “Fantasie” di Jean Delfhin Alard, pescando le perle più belle de “La Traviata”, facendo risuonare le più note arie, da “Amami Alfredo” a “Libiamo ne’ lieti calici” a “Di Provenza il mar e il suol”. Un’elaborazione musicale perfetta e raffinata, frutto dell’intesa tra Zamuner e tutta l’orchestra, composta dai primi violini Maria Teresa De Sanio, Teresa Giordano e Niccolò Laiso, dai secondi violini Antonella D’Andrea, Emanuele Procaccini e Francesco Norelli. da Francesco Solombrino e Martina Iacò alle viole, Danilo Squirieri e Alfredo Pirone al violoncello e  Gianluigi Pennino al contrabbasso.

L’atmosfera è diventata più briosa e armoniosa con le note de “La Gazza ladra” e de “Il Barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini, che hanno alleggerito l’andamento assorto e sospirato della pucciniana “Manon Lescaut”. Il primo violino concertatore Zamuner ha dimostrato ancora una volta le sue qualità. Dopo il diploma conseguito al Conservatorio di San Pietro a Maiella, si è perfezionato all’Accademia di Santa Cecilia e a Cremona con Salvatore Accardo, ed oggi, a 28 anni, può aspirare a più alti traguardi.

Gli applausi scroscianti del pubblico hanno richiamato l’orchestra, che come bis ha regalato un brano della “Thais” del compositore francese Jules Massenet, una nuova, bella emozione, che certamente non può produrre l’Intelligenza Artificiale, come ha sottolineato Aaron Visaggio nella prolusione introduttiva. “La macchina -ha detto il docente Unisannio- non potrà mai creare il prossimo Beethoven, perché assembla cose già esistenti e non può mai imitare la creatività artistica ed il pensiero umano”.



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